L’architettura di Maurizio Lai: un palcoscenico immersivo nel ristorante Fiin

La tridimensionalità di Maurizio Lai nel sushi Restaurant Fiin di Rozzano. Un'esperienza unica di luce, prospettive e materiali che trasforma uno spazio suburbano in un palcoscenico immersivo

Newsletter

NEWSLETTER

Resta in
contatto

Diventa una parte vitale della nostra community: iscriviti alla Newsletter ATMOSFERA.

Registrati

Leggi anche

Highlights

È una vera e propria scenografia immersiva quella che Maurizio Lai ha creato nel sushi restaurant Fiin di Rozzano, uno spazio dalla forte connotazione tridimensionale all’interno del quale inserisce in maniera generosa segni, colori e livelli di lettura, interpretando lo spazio nella sua totalità.

Maurizio Lai: dalla scenografia teatrale e televisiva alla trasformazione di uno spazio suburbano

Negli spazi di Maurizio Lai appare evidente la cura nella scelta dei materiali, elemento cardine dell’ambiente della scenografia teatrale e televisiva nel quale si è formato. Agli esordi, l’architetto ha collaborato attivamente con imprese di allestimento per sfilate, stand e negozi di moda per approdare, a partire dagli anni ’90, negli studi Mediaset. Per circa dieci anni ha progettato scenografie televisive. Ed è in questo contesto che Lai ha sviluppato la sua idea di architetto, non tanto factotum o specialista, ma regista capace di dirigere la sua squadra con precisione su varie scale di progetto, dal commerciale all’hospitality, in ambienti che definisce “luoghi di comunità”.

Il progetto di Maurizio Lai per il Fiin Restaurant

Il Fiin restaurant sorge a Rozzano, in un’area suburbana, all’interno di una ex struttura industriale che Maurizio Lai ha radicalmente trasformato a partire dalla facciata esterna: una grande lanterna con uno sviluppo lineare di circa 60 metri scandito da una fitta successione di montanti metallici

1. The Fiin Restaurant Project by Maurizio Lai

La luce consente di percepire il ritmo irregolare delle aperture e di leggere il movimento di facciata in modo ancor più coinvolgente. Una volta entrati lo spazio è definito da rette perpendicolari, linee prospettiche, luci nascoste che assecondano le direttrici principali dello spazio. Ci si trova a tutti gli effetti su un palcoscenico immersivo, fatto di quinte, di sovrapposizioni, di prospettive, di materiali e finiture differenti. 

Maurizio Lai sviluppa un’estetica priva di facili suggestioni orientaleggianti; al contrario cerca di disorientare l’ospite, attrarlo e intrattenerlo con una serie di segnali, dando forma a ricordi che rimangano impressi nella mente di chi attraversa e vive i suoi spazi. Superfici specchiate e luci lineari creano una dimensione illusoria, uno spazio che trascende il reale perimetro, suggerendo allo spettatore l’idea che esso non sia costituito da oggetti, quali i tavoli o le sedie necessariamente presenti, quanto da linee e segni sempre ortogonali tra loro, che non cercano una sintesi formale, ma anzi quasi stordiscono con la loro ricchezza di elementi e dettagli.

2. The Fiin Restaurant Project by Maurizio Lai

Fiin Restaurant: una luce teatrale

L’uso che Maurizio Lai fa della luce è assolutamente personale e funzionale al suo modo di intendere l’architettura: una “luce che non fa luce” ma che definisce un perimetro, dà delle direzioni, crea una dinamicità, esattamente come nel teatro. Una scenografia teatrale è per sua stessa natura un elemento statico, ingannevole, fatto di espedienti prospettici, immerso all’interno di un palcoscenico che vive e muta solo grazie alla presenza della luce in grado di suscitare nello spettatore condizioni emotive che variano al variare della condizione luminosa. 

3. The Fiin Restaurant Project by Maurizio Lai

A connotare fortemente la sala principale del ristorante Fiin interviene il grande lampadario diffuso, un labirinto sospeso, un’installazione formata da telai in maglia metallica illuminati in radenza dal basso verso l’alto che leggeri sembrano fluttuare nello spazio. Sul fondo, il bar e il banco sushi con il loro rivestimento tridimensionale in vetro illuminato in costa ripropongono la maglia ad elementi ortogonali, in netto contrasto con le mensole parallele che definiscono la superficie verticale del retrobanco in backlight.

Read also..

07
Fuorisalone 2024: un tripudio di luci nel cuore di Milano
L'edizione del Salone del Mobile.Milano 2024 non è stata quella della biennale Euroluce, ma in città sono state diverse le installazioni e le novità luminose...
Read Article
2
Ryoji Ikeda: il compositore matematico di luce e suono
Tramite dati e algoritmi, Ryoji Ikeda crea opere e dà vita a performance capaci di disorientare il pubblico. Con glitch di una luce e imprevedibili suoni...
Read Article