Ugo La Pietra: «Abitare è Essere Ovunque a Casa Propria»

Ugo La Pietra, designer e artista italiano, ha avuto un ruolo profetico nel design internazionale. La sua fusione di tecnologia e luce crea ambienti e oggetti coinvolgenti, riflettendo la sinergia tra società e ricerca progettuale, sfidando la dicotomia tra design industriale e arti applicate

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Cover Photo: Ugo La Pietra – ph. Lorenzo Barbieri Hermitte

Ugo La Pietra, artista e designer dalla creatività trasversale, ha attraversato diverse discipline e correnti artistiche, come l’arte segnica, l’arte concettuale, l’arte ambientale, il cinema d’artista, l’architettura e il design radicale. Cresciuto in un clima milanese molto stimolante, La Pietra ha iniziato la sua carriera come musicista, artista, grafico e scenografo, per poi diventare architetto e designer, diventando così un raro testimone di un nuovo sistema disequilibrante, caratterizzato da una interdisciplinarità che ha motivato il suo vivere e il suo essere, tracciando la traiettoria di un mestiere e di un atteggiamento non comune.

1. La casa telematica, camera da letto, Fiera di Milano, 1983

La Visione di Ugo La Pietra: il confine tra Arte e Artigianato

La Pietra ammira molto Gio Ponti e riconosce in lui l’importanza di imparare dalle competenze artigiane; la sua ricerca infatti si è sempre concentrata sul confine tra arte e artigianato, cercando una sinergia profonda, fatta anche di sovrapposizioni tra cultura del fare e cultura del progetto. Nel suo lavoro, La Pietra invita a una consapevolezza che unisca memoria, storia e tradizione con ricerca e sperimentazione progettuale, mirando a superare la dicotomia tra design industriale e arti applicate.

L’uso sapiente della luce nelle opere di La Pietra non è solo un elemento estetico, ma piuttosto un mezzo attraverso il quale l’architetto comunica e manipola lo spazio. La sua sensibilità artistica si riflette nella capacità di fondere tecnologia e luce in un ambiente spaziale immersivo, creando atmosfere uniche e coinvolgenti: La Boutique altre Cose ad esempio era un ambiente-strumento programmato in cui gli effetti ottici, sonori e luminosi trasformavano il funzionamento in un gioco a cui il visitatore partecipava e contribuiva attivamente.

La Luce di Ugo La Pietra

La luce nelle sue opere non è solo estetica ma un mezzo di comunicazione spaziale, la sua sensibilità artistica si riflette in installazioni che giocano con trasparenza e rifrazione: la lampada Globo Tissurato è composta da una sfera, una mezza sfera e un cilindro in metacrilato trasparente con strutture a punti che invita l’interattività nell’esperienza dell’utente e rifrange la luce in maniera speciale.

D’altro canto, la luce artificiale nelle opere di La Pietra non è solo un’alternativa tecnologica, ma un elemento che può essere modellato e manipolato per influenzare l’esperienza percettiva dello spettatore

4. Ugo La Pietra con la sua lampada Globo Tissurato, 1967

Attraverso l’utilizzo di luci artificiali di diversi colori e intensità, l’artista crea ambienti che si trasformano e si adattano, stimolando la partecipazione attiva dello spettatore, un esempio significativo nel suo lavoro è la capacità di creare ambienti che sfidano la dicotomia tra luce naturale e artificiale, spingendo gli spettatori a riflettere sulla loro percezione personale dello spazio e della luce: la mostra La casa telematica, allestita alla Fiera di Milano con Gianfranco Bettetini e Aldo Grasso, rappresentò un esperimento pionieristico di interazione tra la memoria elettronica, luce artificiale e spazio domestico.

5. La casa telematica, toeletta, Fiera di Milano, 1983

Una Panoramica

Le opere di Ugo La Pietra si collocano in un contesto più ampio, dove la luce diventa un medium per esplorare le relazioni umane, la società e la cultura. Il lavoro di Ugo La Pietra si distingue per la sua abilità nel fondere l’arte, il design e l’architettura attraverso una riflessione profonda sulla società e sul rapporto tra luce e individuo.

Le sue opere non sono solo esteticamente affascinanti, ma rappresentano un invito a esplorare la complessità delle relazioni e delle intenzioni: nel 1977, Ugo La Pietra trasformò un comune palo per la segnaletica stradale in un’opera luminosa, aggiungendo una lampada circolare al neon e delle ali in plexiglas sagomate. Questo trasformò l’elemento urbano in lampade domestiche anche note come “Arcangeli Metropolitani”.

6. Arcangeli Metropolitani, Milano, 1977

L’opera di Ugo La Pietra è un’esplorazione costante di come lo spazio costruito interagisca con il mondo circostante e con la percezione umana. Anche attraverso la luce.

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