Moda e Luce: 5 sfilate recenti che ci hanno sorpreso

Barocca o minimal, glaciale o gotica: la luce racconta molto di una sfilata, ed è funzionale a mettere in evidenza le particolarità di una collezione.

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Luce da prêt-à-porter. Fredda, calda, dorata, avvolgente, metallica, ghiacciata, aranciata, a simulare un’alba, un futuro distopico, un incubatore di tendenze. Moda e luce, un’esperienza visionaria. Le luci nelle sfilate incidono molto sulla nostra percezione. Sono i light designer a lavorare sul cuore dell’esperienza on stage, e non solo per creare atmosfera, ma anche per mostrare ogni pezzo al meglio.

L’illuminazione delle sfilate a volte è estetismo puro, al fine di confezionare l’incanto; altre volte è più tecnica, tecnologica, funzionale: un faro su quei look che oggi sono in passerella e domani vedremo in vetrina. Alcuni esempi delle ultime stagioni sono piccoli capolavori di maestria.

Come i Light Designer hanno rivoluzionato le sfilate

La storia della moda insegna. Con l’illuminazione rivoluzionaria, la sfilata non è solo una sfilata, ma un bagno immersivo. Come The Overlook di Alexander McQueen del 1999, mood gotico con squarci di luce bianca che citavano il film Shining. O come Dior, che nel 1998 ha introdotto per la prima volta le luci a led nella scenografia e addirittura nei look. Ma anche i fashion show più recenti hanno espresso i loro racconti utilizzando la luce in modo memorabile.

Blumarine, una B di fuoco

L’eleganza formale di Blumarine ha trovato un contesto di contrasti esplosivi nel fashion show Autunno/Inverno 2023. Le luci nelle sfilate colpiscono, e per Blumarine hanno avvolto insieme all’ambientazione: un oscuro campo di battaglia medioevale con rovine, muschio, suolo terroso e soprattutto una B di fuoco al centro della scena, ad accendere una logo-fiaccola sulla collezione.

Il direttore creativo del brand Nicola Brognano si è ispirato al film Il Messaggero: La storia di Giovanna d’Arco del 1999 per un’atmosfera cupa e storica, a cui ha aggiunto una spolverata di Tomb Raider-vibes. Gli spettatori avvolti nella penombra hanno assistito alla sfilata che attraverso il fuoco e il muschio ha riportato indietro ai primi Duemila, fatti rivivere da tagli e forme che hanno contemporaneizzato l’estetica Y2K, superando con gloria battagliera vent’anni di essenzialità e minimalismo.

1. Blumarine - Courtesy of firstVIEW

Viktor&Rolf Primavera/Estate 2023: il super lampadario

L’appeal da avant-garde luxury di Viktor&Rolf ha mostrato tutta la sua raffinatezza con l’utilizzo della luce direzionale nella sfilata Primavera/Estate 2023, che ricorderemo anche per la rottura delle proporzioni e della linearità, con tanto di “vestiti da ballo dramatic” che si sviluppavano in orizzontale o erano tagliati a metà. Un lampadario oversize barocco sovrasta la penombra mentre i fasci di luce direzionata colpiscono l’estro dei vestiti.

Nella solenne cornice della Sorbona, il gioco di luci, giostrato tra l’elemento estetico-architettonico del lampadario e i LED mirati, ha messo in risalto ogni dettaglio di questa sorprendente collezione, dall’utilizzo del tulle ai tagli anomali e iconoclasti dei capi.

2. Viktor&Rolf - Courtesy of firstVIEW

Undercover Primavera/Estate 2024: i lampadari di tulle

Ibrido tra streetwear e punk, il marchio giapponese Undercover ama giocare con i contrasti e, in questa sfilata di antitesi, moda e luce sono state il centro dello show. La mitogenesi emotiva di buio e luce ha unito i look del défilé con le ombre circostanti. A terra, come angeli caduti dal cielo, grandi lampadari di cristallo coperti da teli di tulle nero.

3. Undercover - Courtesy of firstVIEW

Questi, in un set da filmografia di Tim Burton, hanno acceso una luce calda, retrò, sulla sfilata di look composti e street color pastello, tra volumetrie di organza, maxi-stampe di volti, gialli accesi, inserti di tulle nero che rimandavano al velo sui lampadari. In chiusura, tre abiti letteralmente illuminati, come delle abat-jour. Una gonna-paralume con un terrario di rose e farfalle, exit onirico e imprevedibile.

4. Undercover - Courtesy of firstVIEW

Acne Studio Primavera/Estate 2024: la palla da discoteca

Come sarebbe il mondo se lo guardassimo attraverso la luce di una maxi-palla da discoteca schiantata contro un angolo della scenografia, con tanti frammenti luminosi schizzati sul pavimento? La collezione di Acne Studio in chiave moda e luce è sotto il segno della rifrazione: nasce intera e allo stesso tempo si scompone in mille pezzi. Matrix ready to wear ingentilito dallo stile sartoriale.

L’idea che rimbalza, molto d’impatto tra gli esempi di illuminazione nelle sfilate, è dell’artista austriaco Lukas Gschwandtner, che con la sua ingombrante palla rotta pone lo sguardo su una collezione che inneggia alla libertà e alla sregolatezza. Moquette e cuscini sparsi ammorbidiscono l’atmosfera, mentre i pannelli di luce bianca proiettano raggi affilati sul fashion show. In passerella, intanto, sfilano colori netti, forme chirurgiche e occhiali da sole a mascherina. Tanti grigi, bianchi, viola e qualche incrocio di tulle; borse che sembrano valigette. La luce per il brand scandinavo è la strada per la pulizia formale e la libertà stilistica.

5. Acne Studio - Courtesy of firstVIEW

Miu Miu Primavera/Estate 2024: il temporale 2.0

Pannelli luminosi di diversi colori, dal bianco optical al lilla delicato, e fulmini sonori accompagnano con il binomio moda e luce il fashion show di Miu Miu che, anche grazie all’uso dei faretti, ha espresso tutta la contemporaneità della collezione nel contesto di un colonnato classico. A progettare l’esperienza è stata l’artista Sophia Al-Maria, che ha prodotto l’occhio di un temporale.

6. Miu Miu - Courtesy of firstVIEW

La sfilata dei capi ha portato avanti concetti come la libertà espressiva, la complessità estetica, l’impossibilità di una linearità e l’individualismo. Tutto questo si è integrato all’ambiente che, con il sonoro dei fulmini e il lampeggiare dei pannelli, ha raccontato la donna nella tempesta. Una tempesta di stimoli digitali e rimandi, in cui la luce si integra con la collezione per aiutare a trovare la propria strada stilistica.

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