Cover photo: The Lighthouse (2019) Robert Pattinson, Willem Dafoe – Ph. Courtesy of A24
Febbraio 2025. Nelle sale di tutto il mondo Nosferatu di Robert Eggers incanta e terrorizza milioni di spettatori, che tornano a confrontarsi con una storia datata quasi quanto il cinema stesso: quella del conte Orlok – alias del personaggio del romanzo di Bram Stoker Dracula – apparso per la prima volta sul grande schermo nel 1922, in uno dei film più importanti del cinema delle origini, Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau.
Si può dire che quest’anno la notorietà di Robert Eggers abbia raggiunto il suo apice grazie a Nosferatu. La sua carriera, però, era stata già lanciata dai precedenti film The Witch (2015) e The Lighthouse (2019). Quest’ultimo è particolarmente interessante da analizzare qui in quanto condivide con Nosferatu un tratto ricorrente nella cinematografia di Eggers: il ruolo primario che assume la luce all’interno della storia.
Se in Nosferatu la luce ha particolare importanza per la sua essenza di elemento naturale in contrasto con le forze del male rappresentate dal suo opposto, in The Lighthouse ricopre un ruolo ancora più centrale: è letteralmente parte del titolo, indicando il faro in cui si svolgono gli eventi di questo horror sospeso nel tempo.

The Lighthouse: produzione e trama
Robert Eggers ha messo la testa sul progetto The Lighthouse per la prima volta durante la pre-produzione di The Witch, quando suo fratello, Max Eggers, gli propose di dirigere un adattamento del racconto incompiuto di Edgar Allan Poe Il faro. Alla fine Robert decise di riscrivere totalmente la sceneggiature insieme al fratello, trasformandola in una storia a sé stante solo liberamente ispirata al racconto di Poe.
Ambientato verso la fine del ‘800 nelle coste più remote del New England, The Lighthouse ha come protagonista il giovane Ephraim Winslow (interpretato da Robert Pattinson), che accetta un lavoro come guardiano di un faro per la durata di un mese presso un’isola sperduta; il suo ruolo è supervisionato dal collega più anziano Thomas Wake (William Defoe), che si presenta subito come un compagno difficile: esigente e irascibile, gli assegna compiti sempre più infausti, come lo svuotamento dei loro vasi da notte e il trasporto di contenitori di cherosene su per il faro. Durante i primi giorni di lavoro, l’atmosfera generale si fa inquietante. Per iniziare, Wake vieta al collega più giovane di accedere alla cima del faro, da dove proviene la luce. Luce che sembra possedere un valore dai tratti erotici per il compagno più vecchio, in quanto Winslow nota che ogni sera Wake sale sulla cima e si spoglia per godere della luce completamente nudo. Inoltre Winslow inizia a soffrire di allucinazioni sui mostri marini, e viene infastidito da un gabbiano guercio che sembra essersela presa proprio con lui.

La situazione degenera velocemente. Nonostante Wake intimi al collega di non uccidere i gabbiani in quanto reincarnazione di marinai morti, Winslow fa fuori a martellate il gabbiano guercio che continuava a dargli fastidio durante il turno di lavoro. Non appena il gabbiano muore, il vento inizia a cambiare direzione, facendo giungere una violenta tempesta sull’isola. La tempesta guasta le provviste, e, non essendoci la possibilità che arrivino ulteriori aiuti tramite traghetto, i due si cimentano in una spirale autodistruttiva di alcolismo consumando tutte le bevande presenti sul posto, le uniche provviste rimaste.

The Lighthouse: il finale
La storia assume tratti sempre più sinistri mentre si dirige verso il tragico finale. Alternando momenti di goliardia a litigi sempre più violenti enfatizzati dall’effetto dell’alcol, i due finiscono per scontrarsi con la volontà di uccidersi. Il personaggio più giovane alla fine sembra avere la meglio, e si premura di rubare le chiavi della cima del faro a Wake, bramando la scoperta del segreto che la luce porta con sé; segreto che nel finale del film verrà lasciato tale.

La luce e la simbologia in The Lighthouse
Le simbologie in The Lighthouse sono molteplici, che riportano al ruolo centrale che assume la luce in questo film. Il personaggio più giovane rappresenta un rimando alla mitologia greca a metà tra Prometeo e Icaro; come essi, brama la luce più di ogni altra cosa, e verrà punito per questo suo desiderio.
La luce viene protetta da Wake nel corso del film, che gli ricorda più volte che appartiene a lui e non potrà mai accedervi. Inoltre, la scena del combattimento tra i due è una citazione esplicita al quadro simbolista Hypnosis (1904) di Sascha Schneider, in cui Wake, guardiano della luce, la utilizza per accecare il suo nemico.

Un elemento tecnico che vale la pena di sottolineare è l’austerità del bianco e nero che viene adottata nel film dal regista. Eggers non aveva mai considerato il colore un’opzione per questo film, dichiarando: “Mi sono immaginato un’atmosfera in bianco e nero, crostosa, polverosa, ammuffita e arrugginita”. Con queste linee guida in mente, il film è girato in 35 mm direttamente in bianco e nero, valorizzando ulteriormente il contrasto tra la luce (bianca) e il suo opposto, le tenebre (nere).
La luce in The Lighthouse assume quindi un valore semiotico aperto, agendo prima a livello tecnico, successivamente a livello narrativo e infine a livello simbolico disseminandosi nei diversi riferimenti che attraversano la storia.