Cover photo: Vista notturna dell’esterno della chiesa. Courtesy iGuzzini e Mario Botta Architetti
Nel cuore del tessuto urbano in espansione di Sambuceto (Chieti), la chiesa di San Rocco progettata da Mario Botta e completata nel 2024, si inserisce come elemento di ridefinizione morfologica e simbolica del paesaggio. L’architettura, severa e riconoscibile, si sviluppa intorno a un impianto volumetrico che parte da una pianta quadrata per elevarsi in un prisma verticale culminante in una croce greca. Ma è la luce, naturale e artificiale, il vero dispositivo spaziale del progetto: non semplice complemento, ma materia di costruzione.
Fin dalla fase iniziale, l’intervento illuminotecnico è stato pensato come parte integrante del disegno architettonico, in stretta collaborazione tra progettisti e iGuzzini: sono state progettate da subito l’illuminazione esterna del portico e della piazza e, successivamente, quella interna della chiesa e dell’Aula del Pellegrino.

Luce naturale e vincoli architettonici
Durante il giorno, lo spazio liturgico vive grazie alla luce zenitale che penetra dall’alto attraverso un lucernario longitudinale. L’effetto è quello di una pioggia luminosa, diffusa e mai diretta, che scivola lungo le pareti in calcestruzzo e ne enfatizza la matericità. Uno spazio flessibile e continuo, l’aula può trasformarsi in base alle esigenze: le pareti laterali si aprono grazie a pannelli mobili che mettono in comunicazione diretta l’ambiente principale con l’Aula del Pellegrino. A definire i confini dell’aula sono invece le tre absidi inclinate e l’ingresso, posto in modo simmetrico sul lato sud, che ne segnano i limiti sia dal punto di vista visivo che strutturale.
Questa complessa configurazione ha posto sfide significative all’intervento, in particolare nella zona dell’altare, dove la luce non doveva solo garantire visibilità, ma anche mantenere un’armonia con la solennità del luogo.

L’illuminazione progettata da iGuzzini: soluzioni custom per uno spazio complesso
La zona dell’altare è stata illuminata con proiettori Palco InOut da 153 mm, solitamente impiegati in esterni, ma qui adattati per interni grazie a una gamma più ampia di potenze, ottiche (spot e medium) e accessori. Installati su americane sospese, questi apparecchi sono stati customizzati con schermi antiabbagliamento e agganci riprogettati per adattarsi alle travi in acciaio. Due binari elettrificati sono stati integrati nelle americane: uno alimentato da linea standard, l’altro da linea UPS, destinata all’illuminazione d’emergenza. Questo sistema assicura un bilanciamento dei livelli di illuminamento tra altare e vie di fuga, evitando zone sovrailluminate o buie in caso di evacuazione.

La gestione dell’impianto è stata affidata a un sistema Quick BLE (Bluetooth Low Energy). La scelta della tecnologia wireless è stata dettata da vincoli di installazione: passare cavi a 5 poli per un impianto cablato era infatti impraticabile per le caratteristiche del calcestruzzo a vista e dei rivestimenti interni. Il sistema BLE consente un controllo centralizzato, la programmazione delle scene e la gestione puntuale di ogni apparecchio.

Illuminazione diffusa e accento: continuità percettiva
Nell’aula assembleare, la luce artificiale assume il ruolo di continuità visiva rispetto alla modulazione naturale. Sempre Palco, in versione indoor e su binario, sono stati montati direttamente a parete con ottiche spot, medium e flood, creando un gradiente di intensità coerente con la geometria dell’aula. In corrispondenza dell’altare, proiettori su binario sospeso con ottiche da 42°, soft lens e schermi cilindrici permettono un’illuminazione d’accento che non rompe l’equilibrio generale ma guida lo sguardo.
Anche il colore degli apparecchi, custom, è stato selezionato direttamente da Botta per integrarsi con la materia dell’architettura. Nel foyer d’ingresso, dotato di controsoffitto e sede del fonte battesimale, sono stati installati incassi Laser, scelti per il taglio netto del fascio e la possibilità di integrarsi nel volume sospeso del soffitto. Gli stessi apparecchi sono stati utilizzati per la zona di passaggio verso l’Aula del Pellegrino, uno spazio alto oltre 7 metri, illuminato naturalmente da aperture circolari a soffitto e, durante le ore serali, da incassi con distribuzione radiale che simulano l’effetto diurno.

Luce come atmosfera: le altre aree del complesso
Nel complesso di San Rocco, la luce artificiale non si limita a compensare l’assenza del sole, ma partecipa al disegno simbolico e funzionale dell’architettura. Ogni dettaglio, dalle ottiche alla posizione degli apparecchi, dal controllo all’installazione, è stato calibrato per costruire uno spazio in cui il rito, l’orientamento e la percezione convivano in equilibrio.

In un momento storico in cui l’identità urbana e comunitaria si ridefinisce anche attraverso i suoi spazi religiosi, il progetto di San Rocco mostra come la luce possa farsi materia architettonica e infrastruttura sensibile di significato.