Pochi elementi d’arredo sono sfidanti da progettare come una lampada. Disegnare una luce significa davvero integrare forma e funzione, ma anche indagare le possibilità delle nuove tecnologie e applicarle a soluzioni nuove, per estetica o per possibilità d’utilizzo. C’è chi crea oggetti mai visti, e chi sceglie di guardare alle forme storiche innovandole. Alcuni designer scommettono tutto sull’ironia, altri sull’effetto wow e su quello che, sempre più spesso, viene definito minimalismo caldo.
Centinaia le novità in scena a Euroluce 2025 e al Fuorisalone, negli showroom in città dei brand. Abbiamo selezionato alcune di quelle che ci sono piaciute di più, provando a dare spazio a ogni forma espressiva.
Linked, Flos
Michael Anastassiades fa nuovamente centro con una lampada componibile ispirata alle catene viste nel Duomo di Catania. Si tratta di una sospensione composta da una serie di maglie lineari luminose in vetro borosilicato, da agganciare l’una all’altra. Non appena connesse, si illuminano, creando una linea verticale di luce tratteggiata a cui si può appendere una sfera. «La disposizione delle maglie può essere spontanea o studiata attentamente, scelta per ottenere l’aggancio desiderato – dichiara Anastassiades – Si può posizionare la sfera in modo che cada esattamente sopra un tavolo oppure creare un’installazione a tutta altezza in uno spazio. Le catene pendono come gioielli dal soffitto e possono essere sistemate per dividere uno spazio».
Dal punto di vista tecnico, val la pena notare che la fonte luminosa è stata sviluppata da Flos come soluzione custom per gli elementi tubolari. È costituita da strisce LED schermate da un tubo plastico in silicone che consente una diffusione omogenea a 360°gradi, racchiuso da una “calza” diffondente per poter scorrere facilmente all’interno del tubolare in vetro e fino alle estremità curve.


SHHH!, Ingo Maurer
La passione di Ingo Maurer per la lampadina è da sempre una caratteristica del brand. Fin dalla prima creazione iconica, la Bulb (1966), passando per la poetica Lucellino (1992) e l’ironica I Ricchi Poveri – Monument for a Bulb (2014), il marchio ha costantemente ridefinito il ruolo di questo compagno quotidiano, trasformandolo da semplice elemento tecnico e funzionale, a protagonista del design. Il team del Maestro continua l’esplorazione di questo oggetto con la nuova SHHH!, divertentissima sospensione composta da una lampadina “vestita” con cuffie antirumore. Ironica, sorprende anche con un dettaglio legato al funzionamento: il bulbo non è la sorgente luminosa, che è invece nascosta nelle cuffie da cui viene diffusa attraverso il vetro. «SHHH! è una sottile operazione di depistaggio e una divertita riflessione sulla meraviglia della luce» chiosa Axel Schmid – Responsabile Prodotto & Project Design di Ingo Maurer.
Set, Davide Groppi
«Lo spazio come set fotografico. Un luogo da interpretare e trasformare attraverso la luce, con la stessa libertà e precisione di chi modella un’inquadratura. Siamo partiti da qui» dichiara Davide Groppi introducendo la nuova Set. Si tratta di una soluzione d’illuminazione sui generis, come spesso succede per le creazioni del brand, un sistema aggregabile ispirato alle attrezzature dei fotografi e composto da una base, uno stelo componibile, un proiettore traslabile e orientabile che si adatta a ogni esigenza.


Lodes, Map
Innovativo sistema di illuminazione modulare da parete e soffitto, nato dalla collaborazione con lo studio berlinese Geckler Michels. Ideale per ambienti in cui si ha un unico punto luce, Map supera i sistemi a binario collegando i singoli elementi con un nastro in tessuto che passa all’interno della scocca di ogni modulo e, dal modulo di partenza, conduce la corrente a tutto il sistema nascondendo sempre l’origine dell’alimentazione. Disponibile in una bobina che misura 8 m di lunghezza e ben 5 cm di altezza –, il nastro viene teso tra i vari punti luce e li alimenta con continuità, anche in assenza di ulteriori fonti di alimentazione su pareti e soffitti.

Allumette, Foscarini
Francesca Lanzavecchia lavora sull’archetipo dello chandelier, ridefinendone i canoni estetici in chiave contemporanea. «Ho seguito un approccio “ingegneristico” che esalta struttura, tensione geometrica e asimmetrie – dichiara Lanzavecchia – Il lampadario di Gino Sarfatti, l’iconico 2097, è stato emblematico per questo progetto non tanto per le forme, quanto per il modo in cui ha reso esplicito, per la prima volta, il ruolo della tecnologia: le lampadine lasciate nude e crude, la presenza del cavo». Alumette ha struttura in metallo in tre differenti colori (anche blu elettrico, come in foto) ed elementi luminosi in PMMA, alimentati da cavi tessili ton-sur-ton.

Filo, Zafferano
La soluzione da scrivania con clip è parte di una famiglia completa di lampade estremamente sottili e leggere, quasi un segno grafico nello spazio. La struttura in metallo verniciato, disponibile in rosso o nero, sostiene una lampadina E27 a vista: una linea curva che diventa luce. La parte superiore ruota sull’asse verticale in modo da direzionare il flusso luminoso dove serve sul piano. Design Federico De Majo.
Goccia, Italamp
I millenials trovano immediatamente familiare la nuova sospensione firmata da Virginia Cei. La designer si è infatti ispirata alle Crystal Ball, indimenticabili bolle-palloncino, reinterpretate e trasformate in una lampada a doppia emissione, in versione orizzontale e verticale. Prodotto dall’animo giovane, che apre la collezione del marchio a una nuova fascia di mercato più democratica, è disponibile in tre combinazioni cromatiche con struttura rossa, grigia e bianca.


Alambicco, Artemide
Sospensione modulare in vetro soffiato firmata da Neil Poulton, gioca con le trasparenze per racchiudere il cuore tecnologico in un guscio prezioso e delicato. La struttura centrale estrusa in alluminio supporta i circuiti LED ed è protetta da un cilindro in vetro zigrinato che evita l’abbagliamento. All’esterno, i diffusori dalle geometrie morbide sono realizzati a mano con l’antica tecnica del balloton nella vetreria di Artemide a Murano. Alambicco unisce l’artigianalità e l’unicità del vetro alla modularità della composizione, che consente la creazione di una famiglia di soluzioni ed apre allo sviluppo di proposte (anche custom) dedicate a specifici progetti.

Offset, Vibia
Applique up e down light, il suo aspetto estremamente essenziale la rende adatta a qualsiasi spazio. Il sistema Vibia Chromatica permette 18 tonalità e transizioni cromatiche che possono essere regolate in intensità e temperatura colore, per creare atmosfere diverse nel corso della giornata. Design Xuclà.
Santo, Fabbian
Atelier Biagetti colpisce nel segno con una proposta in sintonia con il suo linguaggio progettuale sperimentale e giocoso. Nella versione a sospensione, Santo è una maxi catena da comporre con un numero personalizzato di anelli in metallo e vetro soffiato. La sua luce calda ricorda qualle tremolante delle candele.


Barcarolle, Ambietec
Il marchio giapponese ha conquistato Euroluce con il suo raffinato mix di lavorazioni artigianali e design di grido. Tra le ultime nate l’affascinante Barcarolle, lampada da tavolo che prende ispirazione dai vecchi lampioni e dall’architettura classica. La sua luce calda ricorda quella delle candele, per questo – soprattutto nella versione singola – è particolarmente adatta sui tavoli dei ristoranti. Design Yoshiki Matsuyama