L’idea della lampada Tizio nacque all’inizio degli anni ’70 da una conversazione tra il designer tedesco Richard Sapper ed Ernesto Gismondi, fondatore di Artemide, accomunati dalla passione per la vela. Sapper, che lavorava spesso di notte, sentiva l’esigenza di ripensare la classica lampada da tavolo: desiderava una luce direzionabile con un semplice tocco, che illuminasse perfettamente l’area di lavoro senza abbagliare, e che soprattutto non cedesse col tempo a causa dell’allentamento delle giunture. «Volevo una lampada da tavolo regolabile con un dito e che non cadesse sul tavolo per via delle giunture allentate», spiegò Sapper. Dopo una serie di sperimentazioni su forme e meccanismi, queste lo a una lampada dalla struttura a braccio bilanciato, ispirata nella forma a una piccola gru tecnica (spesso paragonata a un giocattolo snodabile o a una marionetta, per l’agilità con cui può muoversi): proprio lei, la lampada Tizio. Nel tempo, questo oggetto, fin da subito riconosciuto come iconico, è divenuto parte delle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo, come il MoMA, il Metropolitan Museum of Art e il Victoria & Albert Museum di Londra (V&A).
Tizio, perché è una lampada per tutti
Nel 1972 Artemide avviò quindi la produzione della lampada di Richard Sapper: «Quando l’abbiamo presentata, non c’era nulla di simile sul mercato, era rivoluzionaria. Tizio è bellissima in qualsiasi posizione, un oggetto armonioso in tutte le sue parti; la muovi con una mano ed è sempre estremamente precisa. Non è che non cambiamo nulla negli anni perché non possiamo, non cambiamo nulla perché va bene così com’è», ha ricordato nel 2014 Ernesto Gismondi. Sapper e Gismondi scelsero per la lampada il nome “Tizio”, ispirato al modo di dire italiano “Tizio, Caio e Sempronio”, quasi a suggerire un oggetto pensato per chiunque (Gismondi scherzò anche sul fatto che, viste le potenzialità del progetto e l’abilità di Sapper, avrebbe voluto convincerlo a progettare anche lampade “Caio” e “Sempronio” per completare la famiglia). In breve tempo, la lampada Tizio divenne non solo un utile strumento tecnico per gli studi professionali, ma anche uno status symbol per le masse.
Le innovazioni tecniche della lampada Tizio: equilibrio, luce e materiali
Il successo della lampada Tizio si deve in gran parte alle sue soluzioni ingegnose adottate. Invece di molle o viti di serraggio, Sapper scelse un sistema a contrappesi calibrati con estrema precisione, che mantiene i bracci in equilibrio in qualunque posizione. Ciò permette di orientare la lampada e ottenere sempre la stabilità desiderata senza cedimenti. Come condiviso dall’azienda Artemide, per mettere a punto il meccanismo Sapper realizzò un primo modello di studio utilizzando dei barattoli di marmellata riempiti con varie quantità d’acqua come contrappesi improvvisati – un espediente artigianale che gli consentì di trovare il peso ideale per garantire il bilanciamento perfetto.
La lampadina alogena della Tizio Artemide: un’ispirazione dal settore automobilistico
Il progetto introdusse un’altra innovazione assai audace per l’epoca: l’uso della lampadina alogena a bassa tensione (12 V) che all’epoca veniva impiegata quasi solo per i fari delle auto. Una scelta che permetteva, grazie al piccolo riflettore orientabile posto dietro la lampadina, di ottenere una luce più intensa e direzionata rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza: ciò concedeva anche una cosa fino ad allora impensabile: eliminare totalmente i cavi di alimentazione a vista lungo i bracci. Le aste metalliche della struttura diventano esse stesse i conduttori elettrici, trasportando la corrente dal trasformatore alla lampadina. Il che conferisce alla lampada un aspetto pulito e ultra-minimale e ha fatto scuola tra i designer contemporanei e futuri, incoraggiandoli a ideare sistemi di illuminazione a cavi sospesi e invisibili.
Bracci, giunture e contrappesi: il segreto della sua durata infinita
Un ulteriore dettaglio tecnico ingegnoso riguarda le giunzioni tra i bracci: Sapper utilizzò dei pulsanti a pressione (simili ai bottoni a clip, detti “poppers” in inglese) come snodi che oltre a consentire il passaggio della corrente tra un braccio e l’altro, ha il vantaggio di sganciarsi in caso di urto o caduta della lampada, evitando che il pezzo si rompa. Un piccolo esempio della filosofia progettuale di Sapper, attenta anche alla durabilità pratica dell’oggetto. Per quanto riguarda i materiali, la lampada impiega un mix di metallo e tecnopolimeri: la base e i bracci sono in metallo (alluminio e leghe leggere verniciate nero opaco), mentre alcune parti sono in plastica resistente come nylon e policarbonato – scelta comune nei prodotti high-tech di quegli anni.
Curiosità e aneddoti: dal pomello rosso alla filosofia progettuale di Richard Sapper
Come spesso accade per certi progetti rivoluzionari, anche la lampada Tizio è accompagnata da aneddoti curiosiemersi durante il processo di ideazione e nelle prime fasi di commercializzazione. Uno di questi riguarda un piccolo elemento distintivo della lampada: il pomello rosso sulla sommità del diffusore. Questo perno con sfera rossa oggi è parte integrante dell’estetica della Tizio, ma venne aggiunto solo in un secondo momento su richiesta specifica del distributore danese di Artemide. In Danimarca, le normative di sicurezza dell’epoca temevano che la testina metallica della lampada (scaldandosi per via dell’allogena) potesse bruciare il piano di appoggio se accidentalmente vi si fosse appoggiata a contatto. Sapper risolse applicando quel pomello/asta rosso che, quando la lampada è tutta abbassata, tocca il tavolo al posto della testa, tenendo quest’ultima sollevata di alcuni centimetri. Questa modifica “estetico-funzionale” divenne poi un segno visivo caratteristico della Tizio, oltre a richiamare il rosso che Sapper amava introdurre come accento sui punti chiave dei suoi oggetti (non a caso, le giunture di Tizio presentano anch’esse piccole coperture rosse).
Un successo immediato che ispirò anche Michele De Lucchi
Sin dal suo lancio, la lampada Tizio ha ottenuto un enorme consenso sia di pubblico che di critica, diventando presto uno dei prodotti Artemide più conosciuti e acquistati nel mondo. La lampada vinse nel 1979 il prestigioso Compasso d’Oro (il più importante premio di design italiano), coronando il suo successo anche in patria, e da allora ha accumulato numerosi altri riconoscimenti e ispirato moltissimi designer, tra i primi Michele De Lucchi che in un recente incontro organizzato da Artemide ha raccontato «Quando ho visto la Tizio la prima volta ho cominciato a pensare anche io a come si poteva fare una lampada da tavolo che non fosse la Tizio, e mi sembrava non ci fosse nessuna strada e nessuna speranza». (Anche se quella strada è arrivata, e lo ha condotto alla lampada Tolomeo». Ad oggi il design della Tizio è ancora un successo commerciale, con centinaia di migliaia (se non milioni) di esemplari diffusi in case, studi professionali e uffici di tutto il mondo.
Dalla scrivania al grande schermo
Un segno tangibile della notorietà e del fascino esercitati dalla lampada Tizio è la sua ricorrente presenza nel cinema e in televisione. Grazie al suo design futuristico e sofisticato, la lampada è spesso stata scelta da scenografi e registi per arredare ambienti che richiamassero eleganza ma anche avanzamento tecnologico. Ridley Scott, ad esempio, volle un modello (nel classico colore nero) sulla scrivania di Rick Deckard in Blade Runner (1982), e rimanendo in tema compare negli ambienti “spaziali” della serie tv britannica degli anni ‘70 Space 1999. Vanta anche ben due apparizioni tra i film della saga di James Bond e a distanza di decenni l’uno dall’altro: in Moonraker (1979) compare nella sua versione (rara) bianca nell’ufficio della scienziata NASA Holly Goodhead, perfettamente intonata al candido interior design della stazione spaziale Drax; più recentemente, in No Time To Die (2021), un esemplare nero è collocato sul tavolino della villa giamaicana di Bond. Senza dimenticare un altro cult movie: 9½ Weeks (film del 1986 con Mickey Rourke e Kim Basinger) in cui appare proprio sulla scrivania dell’appartamento della protagonista.
Evoluzione e nuove versioni: come la lampada Tizio Artemide è cambiata nel tempo
Come dicevamo prima, la lampada Tizio ha mantenuto sostanzialmente inalterato il suo concept originale; tuttavia, nel corso dei decenni Artemide ha introdotto alcune varianti e aggiornamenti per rispondere a nuove esigenze d’uso e all’evoluzione delle tecnologie, sempre nel rispetto del progetto originario. Un’importante estensione di gamma fu la Tizio Plus, dotata di una testa orientabile non solo verticalmente ma anche orizzontalmente, per una maggiore libertà di direzionamento. Introdotta insieme ad essa fu anche un dimmer per regolare l’intensità luminosa, laddove nei modelli classici l’alogena offriva due soli livelli (accesa a piena potenza, accesa a potenza ridotta, oltre allo spento) ottenuti tramite un doppio interruttore a tre posizioni.
Dalla Tizio Plus alla versione LED: se un’icona non teme il futuro
L’evoluzione, però, più significativa è arrivata nel nuovo millennio con la transizione dalle lampadine alogene ai LED. Nel 2008 Artemide ha infatti lanciato la Tizio LED, che mantiene immutata l’iconica silhouette ma adotta un modulo LED ad alta efficienza al posto della lampadina tradizionale. Questa modifica ha comportato piccole differenze estetiche: ad esempio, la scomparsa dell’asticella con sfera rossa sulla testa (non più necessaria poiché il LED non sviluppa calore elevato) e la sostituzione del tasto di accensione rosso con uno verde – un dettaglio utile anche a distinguere a colpo d’occhio le versioni LED dalle originali. La nuova versione integra inoltre un dimmer per regolare gradualmente la luminosità. L’aggiornamento tecnologico risponde non solo alle nuove abitudini (lampade più fredde e risparmio energetico), ma anche alla necessità di adeguarsi alle normative che negli ultimi anni hanno limitato l’uso delle alogene.
Nel 2022, per celebrare il 50º anniversario della nascita della lampada Tizio, Artemide ha realizzato un’edizione speciale a tiratura limitata: la Tizio 50th, prodotta in soli 5000 esemplari numerati, con finitura completamente rossa, il colore preferito da Sapper per gli accenti delle sue creazioni. Questa versione (autografata con la firma serigrafata del designer) rende omaggio sia all’estetica di Artemide – il rosso è presente nel logo e nell’identità visiva dell’azienda – sia allo stesso Sapper. Parallelamente, Artemide ha reintrodotto a catalogo anche la versione della Tizio in bianco opaco, offrendo così al pubblico contemporaneo tutte le varianti cromatiche storiche.




