Cover photo: Lucida (I–IV) – ph. Lachlan Turczan
«Un aspetto essenziale della mia pratica è il coinvolgimento del pubblico, l’osservazione delle sue reazioni e l’ascolto delle opinioni sul mio lavoro. È solo attraverso l’occhio collettivo dell’umanità che sento di trovare le migliori risposte ai quesiti che il mio lavoro solleva, a volte chiarendo aspetti della mia ricerca, altre complicandone la prospettiva. Le reazioni e le risposte sono lo stimolo per continuare, la miccia che accende nuove idee e nuovi percorsi» dichiara Lachlan Turczan, artista multidisciplinare che crea opere interattive, installazioni e ambienti stranianti usando principalmente l’acqua e la luce. Turczan sfida le leggi della percezione sfruttando la tecnologia per (apparentemente) manipolare la materia, per rendere tangibile l’intangibile.

Il coinvolgimento del pubblico al centro delle sue installazioni interattive
Nato a Los Angeles, dichiara che la sua pratica è stata fortemente influenzata dall’abbondanza di luce e dalla scarsità di acqua della South California. Affascinato dai fenomeni quali la rifrazione e il comportamento della luce in un fluido, ha unito la fisica alle nuove tecnologie per stimolare lo stupore e la pareidolia nel pubblico delle sue opere. Chi si approccia ai suoi lavori tende ad attribuire forme e significati, ma anche (forse soprattutto) a sperimentare la sinestesia e a confondere ciò che reale da ciò che, semplicemente, non ha materia tattile.

Esemplare in questo senso l’ultimo lavoro di Turczan per Google, al Fuorisalone 2025; sotto l’ampio tema di Making the Visible Invisible, l’opera Lucida (I-IV) composta da una serie di veli luminosi, creati con fasci di luce, vapore acqueo e ottiche di ultima generazione, in grado di reagire alla presenza e ai movimenti delle persone. Così “veri” che veniva naturale scostarli per passare.

«Vedo le mie opere d’arte, in particolare Wavespace che è particolarmente significativa per il mio percorso, come un invito a impegnarsi con l’immaginazione, a sognare con gli occhi aperti» sottolinea Turczan, che sempre trasforma “il banale” in magico.

Coreografie d’acqua e luce
Lachlan Turczan è anche coreografo per grandi fontane, di cui cura la coreografia e le danze di acqua e luce al ritmo della musica. Ha creato fontane ai quattro angoli del globo, da Dubai a Singapore, e eperfono nell’italianissima Bellagio, sul Lago di Como.
«La mia esperienza professionale come coreografa di fontane che lavora a fianco di designer, architetti, ingegneri, danzatori e musicisti ha contribuito a forgiare il mio approccio artistico multidisciplinare, il collasso delle discipline isolate e la collaborazione in ogni fase della creazione. Attraverso una ricerca e una sperimentazione rigorose, anche in questo campo mi spingo oltre i confini tecnologici utilizzando materiali all’avanguardia e tecniche di fabbricazione su misura».