Debonademeo: L’arte del Design Narrativo

Luca De Bona e Dario De Meo raccontano come è possibile coniugare sperimentazione, artigianalità e innovazione

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Debonademeo è uno studio di product design fondato nel 2011 da Luca de Bona e Dario De Meo. Un architetto e un designer che hanno avuto l’abilità di unire due punti di vista differenti in un’unica visione attenta ed eclettica, capace di affrontare progetti su diversa scala attingendo alle loro conoscenze nel campo del design, dei materiali e dell’arte, della scenografia e del cinema. Muovono i loro passi tra Padova e Milano disegnando per note aziende nel campo dell’arredo e del lighting tra cui  Incalmi, Zava, Elesi Luce, Karman, Wall & Deco’, Adrenalina, Sylcom.

Le loro creazioni racchiudono sempre una grande capacità narrativa che si esprime grazie a un’armonia di forme mai banali, a materiali innovativi, a trattamenti superficiali che dialogano con luce e che attraggono l’occhio stimolando il desiderio di toccare per comprendere meglio.

1. Luca De Bona e Dario De Meo - ritratto

Un architetto e un designer: come nasce la vostra collaborazione e come si è sviluppata?

LDB: «Tempo fa un amico comune ci ha fatto incontrare. Secondo lui le mie attitudini da architetto creativo unite alle idee e conoscenze tecniche di Dario avrebbero portato a un corto circuito fortuito. La profezia si è avverata: abbiamo iniziato a collaborare a un progetto sperimentale e da allora non abbiamo più smesso di fondere le rispettive conoscenze e intuizioni per dare vita a nuove creazioni».

DDM: «La nostra collaborazione nasce tra Padova e Milano, città in cui entrambi abbiamo vissuto e lavorato. Fin da subito abbiamo deciso di provare a collaborare nello sviluppo di prodotti. Abbiamo visto che unendo le forze ottenevamo dei buoni risultati e così abbiamo deciso di proseguire quest’avventura insieme».

Notredame, applique - design Debonademeo per Karman
2. Notredame, applique - design Debonademeo per Karman

Durante la vostra carriera vi siete approcciati a differenti sfide: dal complemento d’arredo ai wallpaper passando per il lighting. Qual è il leitmotiv, se esiste, tra tutti questi ambiti?

LDB: «Non abbiamo mai definito a priori un linguaggio per contraddistinguere i nostri prodotti. Abbiamo sempre lasciato che trovassero da soli una loro caratteristica estetica: il nostro gusto, le esigenze del cliente e la filiera produttiva si fondono in un concept che attinge al passato, si proietta nel futuro, ma è soprattutto figlio del presente».

DDM: «Hic et Nunc, cioè progettare qui e ora. Partiamo sempre da un’analisi a diversi livelli approfondendo il mercato di riferimento, la tipologia di prodotto, il posizionamento dell’azienda in quel preciso istante. A questo aggiungiamo sempre l’analisi del territorio, le potenzialità implicite dell’azienda, oltre ad una ricerca sulle tendenze esplorando anche mondi paralleli come la moda o la tecnologia. Cerchiamo inoltre di instaurare un rapporto di profondo dialogo con i nostri clienti, per capire quali siano effettivamente le necessità, spesso inespresse o latenti. Traduciamo quindi tutto questo in segni e forme capaci di veicolare emozioni e suscitare l’interesse delle persone». 

 

Le vostre creazioni luminose comunicano una grande attenzione verso l’innovazione e la sperimentazione, soprattutto nei materiali, senza tralasciare però la poetica e i riferimenti alla tradizione e all’artigianalità. Quali vostri progetti rappresentano maggiormente la sintesi di questa visione?

LDB: «I nostri prodotti traggono ispirazione da vari contesti come l’arte, l’architettura o il cinema ma sono soprattutto le sensazioni a guidarci. Vorremmo che i nostri prodotti fossero sempre in grado di raccontare storie, creare atmosfere, parlare ai sensi attraverso segni, geometrie e superfici. La lampada Notredame per Karman o la collezione Ossimori per Incalmi sono in questo senso emblematiche».

DDM: «Ogni nostro progetto racchiude sperimentazione, tradizione e innovazione. In alcuni casi questo è sicuramente più esplicito evidente ed è il caso della lampada Notredame disegnata per Karman: abbiamo introdotto materiali sperimentali nel mondo dell’illuminazione (come le resine additivate con polvere di marmo) e la tecnologia led che all’epoca non era ancora utilizzata dall’azienda. Il tutto in un prodotto estremamente evocativo.  Invece nel caso della Medusa, disegnata per Elesi Luce, o della lampada Stimma, disegnata per Multiforme, il coniugarsi di sperimentazione e tradizione rimane più implicito: il grande know-how e la capacità artigianale delle aziende sono stati impiegati per rendere esteticamente semplice ciò che invece risulta molto complesso da produrre».

Medusa - design Debonademeo per Elesi Luce
6. Medusa - design Debonademeo per Elesi Luce

Quanto è importante per voi la sinergia tra designer e aziende di produzione? Può rappresentare un limite o è funzionale al processo di ideazione di un nuovo prodotto?

LDB: «Non si tratta mai di un limite, ma sempre di una necessità. Per noi è fondamentale frequentare le aziende, conoscere le lavorazioni, imparare dai limiti tecnici per aggirarli o trasformali in opportunità. Ci scontriamo a volte con alcune dinamiche aziendali spesso più di natura commerciale che produttiva, specie quando ci vengono richiesti prodotti “iconici” o “vendibili”, come se questi requisiti fossero parte della progettazione. Ma in generale lo scambio di idee rimane sempre una risorsa anche progettuale».

DDM: «Il rapporto che si instaura con l’azienda è di fondamentale importanza per poter ottenere dei risultati soddisfacenti per entrambe le parti. Come in ogni rapporto la complicità, la sinergia, l’empatia, permettono di condividere i pensieri in libertà dando forma e significato ai prodotti nel modo più naturale possibile».

Stimma - design Debonademeo per Multiforme @Euroluce2023
7. Medusa - design Debonademeo per Elesi Luce

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