Cover photo: “Making the Invisible Visible” by Lachlan Turczan for Google – Garage 21, Via Archimede 26 – ph. Lachlan Turczan
Il Fuorisalone 2025 si è riconfermato una manifestazione di richiamo internazionale, anche grazie alle installazioni scenografiche che hanno fatto da media per la presentazione di nuovi prodotti, hanno ridefinito spazi storici, hanno attivato luoghi “segreti” di Milano e a mostre che hanno raccontato la ricerca dei brand. Le interminabili code fuori dalle location sono il segno di un’attenzione sempre crescente verso la kermesse, che ogni anno oltre agli addetti al settore richiama migliaia di curiosi che approfittano per immergersi nel mondo del design e nell’atmosfera festaiola della Design Week.
Tantissimi i lavori che hanno usato la luce in maniera sperimentale, mostrando le possibilità espressive del mezzo, come gli spazi interattivi di glo for art o Google. Interessanti anche le novità di Michael Anastassiades, nella magnifica cornice storica di Palazzo Danese, e il nuovo progetto HYLETech di Luce5, che si candida a ridefinire le modalità di progettazione degli arredi e delle architetture. Coinvolgenti le scenografie di WonderGlass e l’allestimento totalmente blu nello showroom di FontanaArte. Di seguito, una selezione di installazioni e allestimenti che ci hanno colpito.

Making the Invisible Visible
Ha messo in scena la forza delle idee astratte che prendono forma l’installazione di Google Design Studio in collaborazione con l’artista della luce e dell’acqua Lachlan Turczan. In un articolato percorso all’interno di Garage 21 – via Archimede 26, il colosso tech ha raccontato il complesso processo di design degli ultimi prodotti hardware. Impattante la prima grande stanza, con l’opera Lucida (I-IV) di Turczan: una serie di veli luminosi, creati con fasci di luce e ottiche di ultima generazione, in grado di reagire alla presenza e ai movimenti delle persone. Così “veri” da confondere il confine tra materiale e immateriale, i veli accennavano a un futuro in cui la forma non si basa più sulla massa fisica, ma sull’energia e sulla percezione. E la luce era l’architettura stessa dell’esperienza.

HYLETech
Triennale Milano è stato il palcoscenico per il debutto di HYLEtech: un brand nuovo – costola di Luce5, ma anche una tecnologia pluri-brevettata e una sperimentazione della luce bespoke applicata al design e all’architettura. HYLETech è un nuovo pannello in alluminio, spesso solo un centimetro, che integra la sorgente luminosa Nex-S. Pensato per molteplici applicazioni – dall’arredo, all’architettura, all’arte – è un prodotto a basso impatto perché riciclabile all’infinito e può raggiungere la lunghezza di 12 metri, con finiture a scelta tra verniciatura, galvanizzazione e impiallaccio.

L’installazione Light in Matter, firmata da Emanuel Gargano con le sue composizioni in HYLETech, ha mostrato alcune delle possibilità costruttive del materiale, aprendo a nuovi scenari progettuali tutti da scoprire.

Sempre Blu
Lo showroom FontanaArte si è trasformato in un mondo monocromatico grazie all’allestimento Sempre Blu di Franco Raggi e Daniela Puppa, che negli anni hanno fortemente contribuito all’identità del marchio. Il senso era quello di un viaggio nella storia del brand, tra proiezioni luminose e installazioni immersive, con focus sulle lampade storiche e su due dei Maestri autori di icone ancora oggi a catalogo: Gio Ponti e Gae Aulenti.

Poetica
Al piano terra dell’Istituto dei ciechi di via Vivaio, WonderGlass ha stupito come ogni anno con una presentazione scenografica delle sue novità. In scena per il Fuorisalone 2025, in collaborazione con Calico Wallpaper e Officine Saffi Lab, un set poetico, di nome e di fatto.

Le opere di Vincent Van Duysen e Ronan Bouroullec, in equilibrio tra design e artigianato, in vetro fuso perforato, soffiato o colato, creavano quinte teatrali in dialogo con l’apparato decorativo della sala d’onore.

Michael Anastassiades
Nella splendida cornice della Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, nello storico palazzo di via Santa Maria Fulcorina 17 riaperto al pubblico dopo vent’anni, il designer anglo-cipriota ha presentato la sua nuova collezione di lampade. La sua cifra stilistica, che conferma una ricerca raffinata che sta sul filo di lama tra minimalismo caldo ed emozione, si riflette nelle due creazioni in mostra. Cygnet, sospensioni ispirate alla forma degli aquiloni con ali in carta washi, e Frame, grande lampadario dalla geometri rigorosa in alluminio con sorgenti Led invisibili.

Hyper Portal
Nel distretto di Brera, al 18 di via Moscova, Michela Picchi per glo for art ha messo in scena HYPER PORTAL, opera pop “in due parti” che ha esplorato l’idea di un futuro connesso, un universo in continua evoluzione, dove ogni gesto, ogni movimento, contribuisce a trasformare e plasmare lo spazio.

La corte si è trasformata in un dipinto astratto 3D, mentre all’interno del portale luci e colori caleidoscopici hanno creato uno spazio in continuo movimento, reagendo alla presenza e agli spostamenti dei visitatori.

Library of Light
Es Devlin ha ridefinito temporaneamente l’aspetto del cortile principale dell’Accademia di Brera con una grande scultura luminosa rotante, costruita attorno al fiero Napoleone del Canova, ancora visibile fino al 21 aprile. La struttura di ben 18 metri di diametro ha scaffali illuminati contenenti oltre 3.000 volumi e un pavimento specchiato.

Di giorno, riflette i raggi del sole sulle colonne, mentre dopo il tramonto crea suggestivi giochi di ombre tra le colonne e la facciata dell’edificio. Attivata da letture e performance durante tutta la design week, si propone come luogo temporaneo di incontro e scambio culturale: ognuno può donare dei volumi che entreranno a far parte del sistema bibliotecario milanese al termine dell’evento.
Library of Light è un progetto di Salone in collaborazione con Pinacoteca di Brera e Grande Brera e con il contributo di Feltrinelli.

Two-Fold Silence
Gli amanti dei luoghi abbandonati hanno potuto accedere agli ex bagni pubblici della piscina Cozzi, location della prima personale di 6:AM Glasswork, brand specializzato nella lavorazione del vetro artistico.

L’ingresso, con bassorillievo di cavallucci marini e mosaico a tema subacqueo dal fascino deco, e le docce in travertino e ceramica, hanno accolto sculture e lampade dalle linee essenziali che guardano ai lumi industriali anni ’20 e al Bauhaus.

Spazio anche per oggetti più giocosi, come il cubo EXIT che eleva ad elemento decorativo il classico segnale d’emergenza.